La storia

La storia

La Fondazione Vittorino Chizzolini nasce il 15 aprile 2019 dalla trasformazione dell’Associazione Vittorino Chizzolini Cooperazione Internazionale Onlus nata a Bergamo il 2 settembre 2010 nel solco della storia di Vittorino Chizzolini.

La finalità dell’Associazione è sempre stata la promozione dell’etica della cooperazione internazionale, fondata sul rispetto della dignità umana e garantita dall’effettività dei diritti dell’uomo universali, indivisibili e interdipendenti. Si è ispirata alla concezione di educazione come “bene comune”, come luogo e spazio solidaristico tra le persone il cui elemento fondante è il processo partecipativo.

Ha realizzato progetti di cooperazione internazionale in:

  • Honduras, Cambogia e Congo (RDC) (di formazione dei quadri dell’università e della società civile)
  • Burkina Faso: progetto di pluriennale sull’effettività del diritto all’educazione in sei regioni del paese in collaborazione con l’Associazione per l’Educazione non Formale del Burkina (APENF)
  • Bangladesh: sostegno al diritto all’educazione dei bambini attraverso il finanziamento di 5 scuole in villaggi della regione di Khulna, distretto di Satkhira, 

Ha sostenuto:

  • Ricerche post laurea alle Università di Kananga (Takeo), Royal University (Phnom Penh) su sviluppo e diritti dell’uomo (clicca qui)
  • Seminari con la società civile al fine di promuovere il dialogo interculturale e inter-religioso in Cambogia

La trasformazione dell’Associazione Vittorino Chizzolini in Fondazione è una scelta che vuole consolidare sia una presenza che l’affermazione dei valori della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, dei principi della cooperazione internazionale per costruire percorsi di fraternità universale nella comunità bergamasca.

In un momento in cui sembra che i valori della solidarietà, dell’incontro, dell’accoglienza e dell’interdipendente siano offuscati, vogliamo proporre un progetto culturale che faccia riferimento a tutte le persone, vicine e lontane, autoctoni e stranieri. Siamo consapevoli che anche nella nostra comunità esiste un conflitto e una contrapposizione tra ostilità e ospitalità e intendiamo collocare il nostro impegno per una accoglienza dell’alterità, sia quella presente nella nostra realtà, sia quella che arriva o quella che resta localizzata nel luogo della nascita.

La Fondazione vuole essere uno strumento di fedeltà ai percorsi di liberazione ed emancipazione umana, sociale e personale, il nostro progetto è proporre iniziative di cooperazione, di ricerca e proposte culturali che facciano scoprire la ricchezza del sentirsi interdipendenti.

Vogliamo suggerire riflessioni e azioni che aiutino ad uscire dalla contemplazione di noi stessi per scoprire nell’incontro e nell’ospitalità il vero significato della soggettività di ognuno di noi aprendo il nostro io alla molteplicità delle esperienze umane.

Come Bergamaschi siamo fieri della nostra storia sociale, religiosa e culturale che preserviamo con la disponibilità ad assumere l’altro come arricchimento del nostro essere. Agire in Africa, in Asia e in America latina significa cogliere il bello e il buono e ampliare in maniera feconda il senso dell’umanità e della fraternità. È nell’incontro con gli altri, nel cogliere e interiorizzare i loro desideri, le loro aspirazioni, le ricchezze culturali, le visioni del mondo e i profondi significati religiosi del loro vivere che si costruisce un nuovo modo di vivere da fratelli.

Per la Fondazione fare cooperazione internazionale e concentrarsi sulla sfida educativa significa formare le persone e cogliere fino in fondo il significato del camminare insieme come indicato dal Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune (4 feb 2019) da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb. La Fondazione a piccoli passi cercherà di generare nella quotidianità la consapevolezza dell’interdipendenza che lega tutte le persone del pianeta terra.

I Diritti universali dell’uomo non sono solo delle norme giuridiche ma per la Fondazione sono la traccia per costruire una società democratica. Vorremmo poter dire che il diritto al lavoro è un diritto che precede il reddito così come il diritto all’educazione va oltre ogni forma di scolarizzazione; aspiriamo a vivere in pace, in fraternità con tutte le popolazioni soprattutto in questo momento in cui sono in atto guerre cruente e inspiegabili.

Per la Fondazione i confini non servono a separare ma sono luoghi di incontro, di scambio e di accoglienza. Non esiste carità senza giustizia e la fraternità precede e fonda la solidarietà

In questa direzione la Fondazione, affrontando il tema delle migrazioni nell’ottica dei diritti e doveri, vuole essere un punto di seminagione di un nuovo modo di pensare, di incontrare e di accogliere, sapendo che ogni accoglienza modifica le percezioni dell’accolto. Vorremmo fare della Fondazione un luogo generativo di visoni interdipendenti, dove l’agire concreto, attraverso i progetti di cooperazione, si leghi a percorsi di ricerca culturale e spirituale e di attenzione profonda al pluralismo religioso. Un percorso in cui ogni progetto di cooperazione si leghi strettamente al conoscere, al sapere, al condividere rispettoso e arricchente delle diversità, ma anche attento a coglierne l’unità originaria.

La Fondazione tenderà a delinearsi come un programma-progetto educativo e sociale che mira a suscitare energie e mettere in circolazione esperienze allontanando la tentazione di pensare che i problemi dell’umanità trovino soluzione con l’incremento di ciò che li ha prodotti: il dominio della tecnica, il consumismo, l’individualismo.

La via è il ritrovamento, in condizioni nuove, degli ineludibili fondamenti della vita, del vivere insieme orientato alla realizzazione di un bene comune internazionale: per questo ci rivolgiamo a tutte le persone di buona volontà che vogliono mettere a disposizione quello che possono.